lunedì 25 agosto 2014

Caves Cooperatives de Donnas

"Donnas i secolari terrazzamenti della vite" di F Ceragioli - Fonte: Wikipedia

Costituita nel 1971, la Cooperativa ha sede a Donnas, piccolo paese della Bassa Valle d'Aosta, che in epoca romana rappresentò un centro di transito e sosta sulla via delle Gallie, come documentato da un antico tratto di strada lastricata e da un arco intagliato nella roccia (ritratto sulle etichette di più vini prodotti).

Le proprietà viticole della zona sono frammentate e dall’estensione spesso inferiore all’ettaro: per un totale di soli 25 ettari di vigneto ed una produzione media annua di circa 150'000 bottiglie, i  soci della Cooperativa ne sono oltre ottanta... costretti ad una "viticoltura eroica", che ricorda quella della vicina Carema, su ripidi pendii montani che non consentono alcun tipo di meccanizzazione e dove da secoli si coltiva la vite su terrazzamenti sostenuti da muri a secco alti anche 4 metri.

Il vitigno principalmente coltivato è il Nebbiolo, qui chiamato Picotendro (ossia, dall'acino piccolo e tenero), ed il sistema di allevamento più diffuso è la pergola valdostana, sostenuta da colonne in pietra e pali in legno di castagno selvatico; tipici e disseminati tra i vigneti sono i "barmet", piccole e fresche cantine ricavate sotto le rocce.
Oltre al Nebbiolo, si coltivano altri vitigni a bacca rossa, Freisa, Neyret, Vien de Nus e Fumin, nonché a bacca bianca, Erbaluce e Pinot Gris, da cui si ottengono vini dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Foto e altre info sul sito web della Cooperativa; di seguito alcune mie note di assaggio:


Vallée d’Aoste DOC Pinot Gris 2012
Pinot Grigio. Acciaio.
Dal colore giallo dorato, presenta un naso non molto intenso ma piuttosto complesso, con sentori minerali e di fiori di campo, note di frutta a polpa gialla e cenni di erbe alpine. Di buona struttura e  discreta morbidezza all'assaggio, si fa notare per la grande e gustosa sapidità. Finale lungo e ammandorlato.
Agosto 2014. 7 euro. 82/100


Vallée d’Aoste DOC Rosé Larmes du Paradis 2012
Nebbiolo. Acciaio.
Dal vivace colore rosa cerasuolo, al naso è intenso, con scintillii di frutta rossa fresca (fragola, ciliegia) e mela su note floreali e minerali.
Di discreta struttura all’assaggio, presenta una buona freschezza ed una componente alcolica ben integrata; i tannini sono sfumati ma percettibili ed il finale è caratterizzato da bei ritorni fruttati.
Giugno 2013. 7 euro. 83/100



Vin Rouge des Caves
Vien de Nus, Nebbiolo, Freisa, Neyret.
Dal delicato color rosso rubino luminoso e di bella trasparenza, presenta un naso intenso e immediato, con sentori vinosi e di frutta rossa fresca, note floreali e cenni di spezie.
All'assaggio è di medio corpo, di struttura comunque più imponente di quella che l'esame visivo e olfattivo lasciano presagire; i tannini, presenti ma vellutati, insieme alla sapidità contribuiscono ad un finale lievemente amarognolo; discreta ma non elevata l'acidità.
Settembre 2014. 6 euro. 86/100


Vallée d’Aoste DOC Barmet 2012
Nebbiolo 85%, Freisa e Neyret 15%. Acciaio.
Dal colore rosso rubino e di bella trasparenza, si presenta al naso con sentori di frutti di bosco e viola, note silvestri e cenni di pepe. All’assaggio è gustoso e dai tannini delicati, di discreta struttura e buona persistenza.
Un vino fresco… che si lascia piacevolmente bere anche nelle calde sere di primavera-estate.
Giugno 2014. 7 euro. 85/100


Vallée d’Aoste DOC Donnas 2008
Nebbiolo 90%, Freisa e Neyret 10%. 12 mesi in botti grandi da 25hl di rovere.
Si presenta nel bicchiere di un delicato rosso rubino, piuttosto trasparente e tendente al granato; al naso è intenso e avvolgente, con sentori di frutti di bosco sorretti da note balsamiche, quasi mentolate, e di spezie dolci che, dopo alcune rotazioni nel bicchiere, lasciano poi spazio ai toni più scuri della liquirizia.
All’assaggio la freschezza, bellissima e impattante, contrasta la decisa componente alcolica, che si fa più percettibile sul finale, così come la sapidità e i tannini, fitti ma non spigolosi; il vino lascia infine la bocca con una piacevole scia di aromi e una romantica sensazione dal gusto rupestre. 
Maggio 2013. 9 euro. 84/100

venerdì 15 agosto 2014

Stili di birra

Immagine presa dal web

Gli “stili birrai” vengono spesso classificati in base alle principali caratteristiche tecnologiche e merceologiche.

A seconda del tipo di fermentazione, le birre possono essere classificate in:
- birre a fermentazione spontanea (“Lambic”), prodotte solo in Belgio, hanno gusti forti e aciduli;
- birre a fermentazione alta (“Ale”), rappresentano meno del 10% della produzione mondiale;
- birre a fermentazione bassa (“Lager”), sono le più diffuse nel mondo.

Nell’ambito di questa classificazione, esistono diversi stili birrai, ognuno dei quali contraddistingue la bevanda tenendo conto di caratteristiche come colore, sapore, gradazione alcolica, ingredienti, metodo di produzione, ricetta, storia ed origini.

Nell’ambito delle birre “Lambic”, ossia birre a fermentazione spontanea, troviamo:
Lambic
stagionato a lungo in botti già usate per vini liquorosi, ambrato, non è frizzante ma “sgasato”, presenta grandissima intensità e ricchezza di aromi, in bocca è complesso e sempre molto acido.
Gueuze
birre ottenute per rifermentazione di “lambic” di diverse annate, risultano frizzanti, meno acide, più fresche e bevibili.
Faro
l'acidità di queste birre è smorzata dall'aggiunta di zucchero di canna o caramello.
Kriek
“lambic” rifermentato assieme a sciroppo di ciliegie di Schaerbeek.
Frambozen
“lambic” rifermentato assieme a sciroppo di lampone.

Nell’ambito delle birre “Ale”, ossia birre prodotte a fermentazione alta, troviamo:
- Ale inglesi, hanno carattere fruttato, ma spesso evidenziano maggiormente il malto e il luppolo; si distinguono gli stili:
bitter
ambrate, di gradazione piuttosto bassa, con un amaro pronunciato.
extra special bitter
più alcoliche ed equilibrate.
mild ale
ambrate, molto leggere, fruttate, tendenti al dolce.
brown ale
versione un po’ più forte della “mild”.
winter e old ale
birre ambrate o scura “da meditazione”, alta gradazione alcolica.
barley wine
“vino d’orzo”, birre con oltre 8% di alcol, a volte sciroppose o caramellate.
indian pale ale
caratterizzate da una luppolatura ed un amaro eccezionali.
scotch ale
chiare, aroma fruttato, gusto più corposo e meno amaro delle “pale ale”.
strong ale
ambrato chiaro, aroma fruttato e forte, ricco di corpo.

- Ale belghe, sono fruttate, spesso speziate ed a volte acidule; tra gli stili più riconosciuti troviamo:
blonde ale
considerabili come stile “base”.
belgian pale ale
con predominante aroma di malto.
saison
dorate o ambrate, a volta acidule, ma ben luppolate e speziate.
birre trappiste
birre prodotte “da o sotto il controllo diretto di monaci trappisti”.
birre di abbazia
birre prodotte da laici, ma in abbazia o con relativi riferimenti storici.
dubbel
scure, secche e di gradazione medio-alta (7%).
tripel
bionde, forti (8-9%), fruttate e spesso relativamente luppolate.
golden ale
bionde e forti.
belgian strong ale
scure e forti, talvolta denominate “quadrupel”.
oud bruin
colore marrone chiaro, gusto acidulo e aroma complesso.
flemish red
gusto acidulo, meno dolci e più acide delle “oud bruin”.

- Ale tedesche, annoverano due stili ibridi, in quanto si tratta di birre fermentate con un lievito da alta fermentazione, ma ad una temperatura relativamente bassa; hanno gusto e aroma meno fruttato:
altbier
di Dusseldorf, ambrate scuro, non forti, maltate e piuttosto amare.
kolsch
di Colonia, chiare, dorate, leggere e delicate.

- Stout, birre caratterizzate da un colore molto scuro (spesso nero) e una tostatura molto marcata; in genere la gradazione è relativamente bassa e l’amaro intenso; l’aroma del luppolo è invece moderato, sovrastato dagli aromi tipici di cioccolato e caffè; si possono distinguere:
dry stout
secche, la più conosciuta è l’irlandese Guinness.
sweet stout
meno amare.
oatmeal stout
vellutate grazie all’impiego di farina d’avena.
oyster stout
il termine “oyster” significa ostrica ed indica una birra fermentata con una manciata di ostriche nei tini, oppure una birra che ben si accompagna ai molluschi.
porter
stout meno intense.
imperial stout
forti, amare, tostate e un po’ fruttate.

- Birre di frumento, caratterizzate dall’ampio uso di frumento (50% e oltre); presentano colore chiaro, gradazione media ed un certo carattere speziato e acidulo; gli stili più famosi sono:
stile tedesco
denotate come weizen (“birre di grano”) o weisse (“birre bianche”), per via dell’aspetto opalescente, il carattere speziato è dovuto ad un lievito molto particolare, che produce anche un caratteristico aroma di banana; si producono anche weizen scure, denominate dunkelweizen o dunkelweissen e birre di frumento più forti weizenbock.
stile belga
denotate come blanche o wit, impiegano frumento non maltato e spezie come coriandolo e buccia d’arancia.

Nell’ambito delle birre “Lager”, ossia delle birre a fermentazione bassa, si distinguono:
Lager chiare:
plisner o pils
leggere, colore chiaro o dorato, luppolatura abbondante, amaro pronunciato.
helles
tipiche bavaresi, meno amare e più maltate.
export
o Dortmunder
chiare, gusto mediamente amaro e pieno.
Marzen
 e oktoberfestbier
di colore dal dorato all’ambrato, gradazione del 6%, malto più pronunciato, vengono tradizionalmente prodotte a marzo per un consumo autunnale.

   - Lager scure:
dunkel
birre brune, decisamente dolci e maltate nel sapore.
shwarzbier
più scure e tostate.
rauchbier
birre “affumicate”, tipiche della città tedesca di Bamberga, prodotte utilizzando malti affumicati su torba o legno di faggio.

- Lager più forti:
bock
di colore chiaro, ambrato o scuro, gusto maltato appena equilibrato dal luppolo, gradazione di 7%.
doppelbock
scure e caramellate, gradazione di 8%.
lager extra-strong
gradazioni alcoliche molto alte, bilanciate e complesse nel sapore.

- Lager “internazionali”, poco caratterizzate e squisitamente industriali:
ice
molto chiare, leggere e morbide, originarie degli Stati Uniti.
dry
chiare, dal gusto secco, originarie del Giappone.


Puoi trovare altri appunti del corso per Sommelier alla pagina "Appunti Sommelier" di questo blog.

domenica 10 agosto 2014

Domaine Joseph Roty

Philippe e Pierre-Jean, figli di Joseph Roty (venuto purtroppo a mancare nel 2008), rappresentano l'undicesima generazione di una famiglia che coltiva da ben 300 anni alcuni dei vigneti più antichi di Gevrey-Chambertin e Marsannay. I loro vigneti, condotti secondo i principi dell’agricoltura biologica, ospitano viti la cui età va dai 25 fino oltre i cento anni; a tal proposito, è da menzionare una piccolissima produzione chiamata “Charmes-Chambertin Très Vieilles Vignes”, ottenuta da viti di Pinot Nero piantate intorno al 1881.

Poco o nulla sono riuscito a scoprire circa la lavorazione dei vini in cantina se non che per l’affinamento vengono utilizzate barrique con alto grado di tostatura. L’assenza di un sito web dedicato al Domaine e la riservatezza della famiglia Roty nei confronti della stampa hanno reso, infatti, piuttosto difficile reperire informazioni online a riguardo.
Joseph Roty era descritto dai giornalisti come un tipo eccentrico, un "enfant terrible";  tanto che Remington Norman in The Great Domaines of Burgundy scrive: “Roty refuses to disclose what acreage he has — ‘no one but me knows the age of my wife or the extent of my vineyards … my importers will think that I am a millionaire and will want to know why there isn’t more wine.” Per anni, quindi, nessuno ha saputo quanti ettari di vigneto in realtà possedesse né la produzione totale di bottiglie l'anno... dati che ancora oggi appaiono non del tutto chiari.
Quest’alone di mistero accresce il fascino del Domaine… da scoprire con l’assaggio dei suoi grandi vini!


Marsannay Rosé 2009
Dal bel colore rosa cerasuolo con riflessi ramati, al naso mostra buona intensità e sentori quasi eterei, smaltati, come di frutta rossa (fragola e ciliegia) fusa ad alcol, su note floreali e minerali.
Al gusto è fresco e saporito, discretamente morbido e di buona persistenza, con un finale segnato da bei ritorni fruttati.
Maggio 2013. 20 euro. 83/100


Bourgogne 2010
Dal bellissimo e luminoso colore rosso porpora, si presenta al naso con vivaci sentori di ciliegia e selva; all’assaggio è succoso, di un’acidità quasi pungente e dal finale lungo con bei ritorni fruttati.
Dicembre 2013. 27 euro. 86/100


Gevrey-Chambertin 2008 
Dal bel colore rosso rubino con sfumature granato nell’unghia, presenta al naso ammalianti sentori di frutta rossa fresca, note di sottobosco e, dopo alcune rotazioni nel bicchiere, cenni di chicco di caffè.
All’assaggio è straordinario! Sento la bocca distendersi su un cuscino di velluto… appare pieno, potente e allo stesso tempo di una bevibilità goduriosa.
Aprile 2014. 45 euro. 95/100


Marsannay 2010
Si presenta nel bicchiere di un colore rosso rubino compatto e trasparente; il naso, complesso ed elegante, è un susseguirsi di profumi, si va dalle iniziali note animali ai sentori di sottobosco, dalle note di ceneri ai sentori di ciliegia, emergono poi cenni di spezie dolci (vaniglia e cannella) e di rosa macerata, richiami di tabacco dolce e candela profumata, sfumature cosmetiche e, infine, cenni di cacao.
Quasi rotondo all’assaggio, succoso, di gustosa sapidità e dai tannini delicati, persistente e con bei ritorni di ciliegia selvatica.
Un vino di sostanza ben calibrata e che si lascia bere con facilità!
Luglio 2014. 35 euro. 93/100 

mercoledì 6 agosto 2014

I vini di Arianna Occhipinti


"La mia scommessa più grande è quella di comprendere le esigenze di questa terra, senza turbarla nel suo divenire o modificarla nel suo aspetto, cercando di raccogliere ciò che può offrire e che comunica rigore e armonia al Nero d'Avola e freschezza ed eleganza al Frappato." (A. Occhipinti)

SP68 è la strada da percorrere per giungere all'azienda di Arianna Occhipinti, giovane produttrice che sembra aver imboccato il percorso giusto... all'insegna dell'agricoltura biologica e della qualità!
Con la stessa passione per il vino ereditata da suo zio Giusto Occhipinti, della nota azienda Cos, Arianna ha iniziato la sua attività all'età di soli 22 anni, dopo una laurea in Viticoltura ed Enologia a Milano e con un solo ettaro di terreno nella zona di Vittoria, tra i Monti Iblei; non è, dunque, da attribuire al caso ma alla sua fermezza e capacità se l'azienda in pochi anni è giunta a coprire ben 30 ettari, di cui 18 coltivati a vigneto mentre i restanti 12 sono in parte punteggiati da ulivi secolari e in parte destinati alla semina.
Nelle sue vigne si incontrano viti di Nero d'Avola e Frappato, Albanello e Moscato, tipici vitigni siciliani coltivati ad alberello e a spalliera, senza l'uso di diserbanti e pesticidi, su terreni costituiti perlopiù da sabbie rosse su rocce calcaree. La vendemmia è manuale, in cantina si utilizzano lieviti indigeni, le macerazioni sono lunghe e si evita il controllo della temperatura di fermentazione così come la filtrazione e la solfitazione, quest'ultima eseguita con parsimonia e solo nella fase di imbottigliamento.

Altre info sul sito web dell'Azienda; di seguito alcune mie note di assaggio:



Terre Siciliane IGT SP68 Bianco 2012
Albanello, Moscato di Alessandria; 10 giorni di macerazione; acciaio.
Qualche anno fa, i vini da uve aromatiche riscuotevano in me un certo interesse e, per la franchezza dei profumi, davano inoltre la soddisfazione di una facile riconoscibilità; con il tempo però hanno man mano perso ai miei occhi quel loro fascino inebriante (colpa, forse, della famigerata evoluzione del gusto!).
Cosicché, quando un mio amico mi ha proposto di assaggiare questo vino, avevo un po' il timore che mi sarei annoiato.
Ho già avuto modo di assaggiare dei vini di questa giovane e talentuosa produttrice e, devo dire, che anche questa volta non si è smentita.
Il suo è un vino dal colore vivace, un bel giallo dorato, con sentori intensi di frutta freschissima, fiori bianchi e lavanda; anche all'assaggio ha dato buona prova, rivelandosi saporito, ben equilibrato nonostante giovanissimo, e con un finale per nulla amarognolo.
Un vino godibile già da adesso e che lascia ben sperare per il futuro.
Luglio 2013. 16,50 euro. 87/100



Sicilia IGT SP68 Rosso 2008
Nero d'Avola, Frappato; acciaio.
Dal vivace colore rosso rubino, si presenta al naso intenso e con spiccati sentori di ciliegia, kirsch e fiori rossi su delicate note speziate (pepe, cannella). Disimpegnato al gusto, dove affiora una sensazione di rusticità, legata forse alla pienezza e all'effetto dell'alcol non perfettamente integrato, si lascia comunque bere, mostrando buona acidità e tannini levigati.
Un vino da bere a tavola "tutti i giorni", ma non privo di fascino.
Aprile 2013. 13 euro. 83/100



Sicilia IGT Frappato 2008
Nero d'Avola, Frappato; botti di rovere di Slavonia da 25 hl.
Dal delicato colore rosso rubino, si esprime con sentori di ciliegia, impreziositi da un lieve tocco speziato, che intensi ma vellutati accarezzano il naso e invitano alla beva, resa facile dalla grande freschezza.
Un vino dal corpo gentile ma dal carattere deciso, ottenuto da viti con età media di 55 anni.
Aprile 2013. 16 euro. 90/100



Sicilia IGT Siccagno 2007
Nero d'Avola; botti di rovere di Slavonia da 25 hl.
Dal colore rosso rubino, si presenta al naso con sentori di frutti di bosco e vimini, note balsamiche e di terra umida. Succoso all'assaggio, mostra un'acidità nervosa, ancora da limare, e una gustosa sapidità; di buona persistenza e corrispondenza naso-bocca.
Un vino dalle belle prospettive!
Novembre 2013. 16 euro. 85/100



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...