lunedì 8 febbraio 2016

Il "Carillo" di Frecciarossa



Non temete non è un treno ma un vino!

 


 

Ci troviamo nell'Oltrepò Pavese, zona vitivinicola in provincia di Pavia che si trova a sud del fiume Po, al confine con il Piemonte e l'Emilia Romagna.

 

Si tratta di una delle aree vitate più estese d'Italia: oltre i due terzi del vino lombardo sono, infatti, prodotti su questo territorio perlopiù collinare e dal clima mite e temperato (che giova della presenza di fiumi e torrenti, nonché della relativa vicinanza al mare).

 

Questa zona vanta una lunga tradizione nella produzione di vini spumanti metodo Classico, ottenuti soprattutto da uve Pinot Nero (di cui, tra l'altro, è la zona con la maggiore produzione in Italia), ma è famosa anche per la produzione di vini rossi frizzanti a base di Croatina (localmente chiamata "Bonarda") e Barbera. Inoltre, in questa vasta area troviamo anche versioni ferme a base di Pinot Nero... come la bottiglia dall'azienda Frecciarossa che ho assaggiato oggi a pranzo.

 

Sita sulle colline di Casteggio, quest'azienda deriva il nome dalla fusione delle parole "fraccia" (termine dialettale che significa "frana") e "rossa" (per il colore dei suoi terreni argillosi). La tenuta, che produce vino sin dal XVIII secolo, fu acquistata nel primo dopoguerra da Mario Odero (di ritorno dall'Inghilterra); questi, insieme al figlio Giorgio (laureto in Agraria), ampliò la cantina ed iniziò la vendita del vino in bottiglia (fino ad allora era venduto sfuso o in damigiane): il successo commerciale dei suoi vini portò l'azienda a diventare in breve tempo fornitore ufficiale dei Vice Re delle Indie e, successivamente, fornitore della Real Casa italiana.    

Attualmente sono circa 26 gli ettari vitati dell'azienda che, avendo iniziato un percorso di conversione all'agricoltura biologica, ha bandito l'utilizzo in vigna di diserbanti e di altri prodotti chimici.  

 

Il Carillo, vino rosso ottenuto da uve Pinot Nero, deriva verosimilmente il nome dall'ingegnere Carillo Radici, marito di Margherita (figlia di Giorgio Odero), che con lei si impegnò negli anni '80 al rilancio del marchio aziendale.

Affinato in acciaio e prodotto in poco più di tremila bottiglie, questo vino (annata 2014) si presenta nel bicchiere di un colore rubino scarico e di bella trasparenza; al naso esprime tenui e fragranti sentori di frutta rossa fresca, ciliegia in particolare, note di fiori rossi e rosa su sottili sfumature erbacee; al gusto mostra un corpo leggero, buona freschezza e tannini delicati, chiudendo poi con un finale finemente amarognolo... Di facile beva, a tavola scorre via veloce come un treno :)

 

 

Ringrazio per il gentile assaggio gli amici di Svinando, dove potete trovare questa e tante altre bottiglie!

 

https://www.svinando.com/rewards/index/refer/id/67524/

 


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