lunedì 26 giugno 2017

Il Fiano riassunto in 7 punti


Foto presa dal web (Fonte: www.tenutadeimille.it)


1. Antichissimo vitigno a bacca bianca, noto e già coltivato dai latini nel meridione d’Italia; la sua origine si ritiene sia nella zona di Lapìo, nelle colline ad est di Avellino.

2. Circa il suo nome, secondo alcuni deriva dalle uve “apianae”, gradite alle api per via della dolcezza degli acini, secondo altri, invece, sarebbero stati i coloni pelasgici provenienti dal Peloponneso, l’antica Apia, a portare in Campania un vitigno che prese in seguito il nome di vite apiana.

3. Nel secondo dopoguerra, con lo spopolamento delle campagne e l'arrivo della fillossera, questo vitigno ha rischiato davvero l'estinzione... evitata grazie ad una tradizione radicata in una piccola area della Valle del Calore, attorno alla cittadina di Lapio, che vedeva il Fiano utilizzato soprattutto per la produzione di un bianco lambiccato, detto anche filtrato dolce, perlopiù destinato ad un consumo locale durante i giorni di festa.

4. Se oggi il Fiano è considerato tra i più importanti vitigni italiani a bacca bianca, lo si deve anche all'opera di recupero effettuata dalla famiglia Mastroberardino che, smarcandosi dalla tradizione lapiana, portò sul mercato un vino bianco fermo e secco, affinato in acciaio, raccogliendo non pochi consensi.

5. Diffuso soprattutto in Campania e in Puglia, il Fiano ha la sua terra d'elezione in Irpinia, dove nell'area della DOCG Fiano di Avellino dà risultati straordinari; in forte espansione è la sua coltivazione nel Beneventano e in provincia di Salerno, dove è conosciuto anche come Santa Sofia.

6. Presenta un grappolo alato con acini dalla buccia spessa, che gli conferisce una particolare resistenza alla Botrytis, consentendo vendemmie molto ritardate e permettendogli, all’occorrenza, di diventare una buona uva da tavola. La vendemmia avviene in genere verso gli inizi di ottobre.

7. Dà vini bianchi di grande finezza olfattiva, ricchi di note floreali, fruttate e balsamiche, con sentori di nocciola e mandorla tostata, frutta a polpa bianca e miele di acacia, pervasi al gusto da una vibrante vena acido-sapida; vini da abbinare a crostacei e molluschi, zuppe e vellutate a base di legumi, primi piatti con verdure ma anche a carni bianche alla griglia.


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domenica 25 giugno 2017

Etna Rosso 2015 Murgo


D'Estate, con il caldo a mille, è davvero difficile trovare un rosso che si presti a farsi bere facilmente.

Tuttavia, qualcosa esiste!


Ecco un vino rosso davvero buonissimo!

Si tratta di un vino ottenuto da uve Nerello Mascalese... in un angolo del Nord a Sud... ovvero sull'Etna.

Ha un colore rosso rubino di bellissima trasparenza... che già incanta solo a guardarlo!

Esprime al naso profumi mediterranei, di erbe aromatiche, di frutta rossa fresca ed al palato è di una beva da paura! Snello ma nello stesso tempo gustoso, sapido... una vera goduria!

Se quest'estate volete bere un rosso, fatevi un regalo... anzi, un piacere! State a sentire un fesso... Prendete una cassa di bottiglie di questo vino!






venerdì 9 giugno 2017

Il report dell'evento "Wine Fitness: Chianti Classico"


La sera del giovedì 25 maggio, nella suggestiva cornice di salotto settecentesco, sito al piano nobile di un palazzo storico della città di Frattamaggiore (NA), si è svolto un altro incontro targato Wine Fitness... un programma di eventi che, organizzati dall'Associazione Culturale "Enodegustatori Campani", sono volti all'approfondimento di zone vitivinicole attraverso l'assaggio guidato di più bottiglie delle principali aziende del territorio.


Il focus è stato fatto questa volta sul Chianti Classico; attualmente comprendente i territori di più comuni delle provincie di Firenze e Siena, questa antica denominazione, i cui primi confini furono tracciati nel 1716 dal Granduca Cosimo III de' Medici, in passato era riferita solo ai territori dei comuni di Gaiole, Radda e Castellina che, insieme, formavano nel XIII secolo l'antica "Lega del Chianti", il cui emblema era un gallo nero (che, tra l'altro, troviamo ancora riportato sulle bottiglie di Chianti Classico). Secondo una leggenda medievale, le repubbliche di Firenze e Siena, divise da una storica rivalità, decisero di ridisegnare i confini dei loro territori affidando la contesa ad una gara di velocità tra due cavalieri, che sarebbero partiti dalle rispettive città al primo canto del gallo: il loro punto di incontro sarebbe stato il nuovo confine territoriale. I fiorentini giocarono d'astuzia scegliendo un galletto nero che, tenuto a digiuno, cantò ben prima dell'alba, consentendo così al loro cavaliere di partire prima e percorre di conseguenza più strada rispetto all'altro contendente: fu così che buona parte della zona del Chianti passò sotto il controllo della repubblica fiorentina ed il gallo nero divenne il simbolo della "Lega del Chianti".

I vini di questa denominazione sono ottenuti da uve Sangiovese in purezza o assemblate con una piccola percentuale di uve a bacca rossa sia locali (come Canaiolo Nero e Colorino) sia internazionali (come Merlot e Cabernet Sauvignon).

I primi vini degustati nel corso della serata sono prodotti dall'azienda I Fabbri, sita in Greve in Chianti (FI), località Lamole, che segue in vigna i principi dell'agricoltura biologica e fa un ridotto uso di solforosa in cantina. I due vini sono: 1) il Chianti Classico Lamole 2014 che, ottenuto da Sangiovese in purezza, fermenta in vasche di acciaio e matura in tini di cemento per 15 mesi; questo vino si è fatto apprezzare per la sua freschezza olfattiva e vivacità gustativa. 2) il Chianti Classico Terre di Lamole 2013, dal punto di vista olfattivo, rispetto al precedente, ha mostrato maggiore complessità (arricchita da lievi note speziate, pepe in particolare) e maggiore struttura al gusto; si tratta di un vino che, ottenuto da uve Sangiovese per il 90% e da uve Colorino per il restante 10%, dopo la fermentazione in tini di acciaio di 50 hl, matura per 15 mesi in vasche di cemento e botti di rovere francese di varia provenienza da 400 e 500 litri di secondo e terzo passaggio.

Siamo passati poi al Chianti Classico Retromarcia 2014 che, ottenuto da uve raccolte da viti di Sangiovese con un'età media di 10 anni, dopo una fermentazione con lieviti autoctoni e 23 giorni di macerazione sulle bucce, matura poi per 18 mesi in botti, barrique e tonneaux di vari passaggi. Si tratta di un vino di un'eleganza assoluta, di suadente complessità olfattiva e di grande piacevolezza gustativa. A produrlo è l'azienda Monte Bernardi che, sita in Panzano in Chianti (FI), produce vini da uve coltivate con metodi biodinamici dal 2004.

E' stata poi la volta del Chianti Classico Rodàno 2015 di Fattoria Rodàno, azienda sita sulla strada che dalla valle del fiume Elsa porta a Castellina in Chianti (SI), in una località dove, nel medioevo, un insediamento benedettino dava ristoro ai pellegrini che dal Nord Europa si dirigevano a Roma.
Ottenuto da uve Sangiovese per il 90% e da uve Canaiolo e Colorino per il restante 10%, raccolte da viti coltivate secondo i principi dell'agricoltura biologica, questo vino, che matura per 18 mesi in legno (80% botti di rovere di Slavonia e 20% in barrique), ha mostrato grande struttura al gusto e note tostate al naso.

Abbiamo concluso la degustazione con il Chianti Classico Riserva 2011 dell'Antico Podere Casanova di Bucciarelli, azienda sita in Castellina in Chianti (SI) e della cui attività vi è traccia dalla fine dell'800. Un vino maestoso, sia al gusto che all'olfatto, molto materico, rimanendo tuttavia elegante e scorrevole; ottenuto da sole uve Sangiovese, questo vino, dopo una lunga macerazione sulle bucce, matura per 18 mesi in legno.


Un grande ringraziamento a Pierpaolo e Mena Damiano, aspiranti Sommelier Enodegustatori, per la gentile e calorosa ospitalità.


Per restare aggiornati sui prossimi eventi dell'associazione "Enodegustatori Campani" seguite il sito e la pagina facebook.

Grazie e alla prossima!








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