domenica 15 ottobre 2017

La Barbera riassunta in 7 punti


Foto presa dal web (Fonte: www.oenogrape.com)

1. Vitigno a bacca rossa autoctono del Piemonte, "la" Barbera in questa regione è indicata al femminile per tradizione.

2. Anche se le sue origini sono antichissime, le prime testimonianze storiche della sua coltivazione risalgono al XVIII e XIX secolo e la vogliono originaria del Monferrato: infatti, ampelografi dell'epoca la descrivono come "vitis vinifera montisferratensis".

3. La facile adattabilità a differenti tipi di clima e di terreno, la produzione abbondante, l'alta resa in mosto e la ricchezza in materia colorante sono stati i fattori che hanno portato la Barbera ad essere uno dei vitigni più diffusi in Italia. Trova la sua zona d'elezione in Piemonte, dove rende conto di quasi della metà del vino prodotto ogni anno; dà i migliori risultati nelle Langhe, dove si produce la corposa Barbera d'Alba, nel Monferrato, dove spiccano le denominazioni Barbera d'Asti e Nizza, e sui Colli Tortonesi. Diffusa anche in Lombardia, dove questa varietà dà prova della sua versatilità, essendo utilizzata soprattutto per la produzione dei vini frizzanti dell'Oltrepò Pavese, spesso in assemblaggio con Croatina e Bonarda; così come avviene anche in Emilia Romagna, per la produzione dei vini dei Colli Piacentini e del Gutturnio. La si trova, tuttavia, anche in altre regioni italiane e la sua coltivazione si spinge fino al Sud, dove è utilizzata per aumentare l'acidità dei vini rossi locali. Il Barbera è anche il vitigno italiano più esportato all'estero, soprattutto in Argentina e in California.

4. Secondo lo storico Aldo di Ricaldone, il nome di questo vitigno deriva alla somiglianza della Barbera con il "vinum Berberis", ossia il succo fermentato di Berberi, o Crespino, che presenta un bel colore rosso ed un gusto acidulo e astringente: tale succo, usato in cucina o come medicinale, era molto diffuso in Piemonte nel Medioevo. Secondo un'altra ipotesi, il nome deriva invece dal termine medievale "Bàrberus", che significa irruente, aggressivo, indomito, così come è il vino giovane che da questa varietà se ne ottiene.

5. Presenta un grappolo compatto e alato, con acini dalla buccia pruinosa, sottile e consistente, di colore blu intenso; la raccolta delle sue uve avviene in genere verso la fine di settembre, prolungandosi talvolta agli inizi di ottobre. L'elevata acidità presente nei suoi acini, anche in piena maturazione, consente di ottenere vini con buona propensione per l'invecchiamento.

6. A differenza di un passato piuttosto recente, che ha visto la produzione di vini "rustici", duri e acidi, oggigiorno da uve Barbera si ottengono vini pregevoli, in alcuni casi davvero notevoli, sia di pronta beva sia di più lungo affinamento (e sempre più spesso maturati in barrique di rovere francese). Si tratta in genere di vini dal colore rubino intenso, di buon corpo e con un'acidità evidente; quando giovani, presentano al naso sentori di frutta rossa, marasca e mirtilli, note di arancia rossa e di violetta, sfumature di pepe nero; con l'affinamento emergono poi al naso sentori di sottobosco, china, cacao, liquirizia e tabacco, spesso su un sottofondo balsamico.

7. I vini da uve Barbera: se giovani, ben accompagnano salumi, pasta al ragù, carni alla griglia e formaggi a media stagionatura; se invecchiati, possono abbinarsi anche a selvaggina, brasati, agnolotti e tajarin al tartufo.


  
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